L’allergia al nichel: cosa fare?

Il nichel, un metallo che può dare allergia

Il nichel (Ni) si trova pressoché ovunque: nelle acque, nel terreno, nelle piante ed è presente anche in molti oggetti metallici che usiamo quotidianamente: in quasi tutti gli utensili della cucina, le posate, le forbici, la bigiotteria, gli orologi, le fibbie delle cinture, le cerniere, i fermagli per i capelli, le montature degli occhiali, le monete…

L’allergia al nichel

L’allergia al nichel causa principalmente sintomi cutanei. Le reazioni cutanee, “da contatto”, richiedono tempo, anche alcune ore prima di manifestarsi, mentre un’allergia alimentare si può scatenare anche nell’arco di pochi secondi. L’unico test diagnostico scientificamente validato – allo stato attuale – in grado indagare una sensibilizzazione verso il nichel è il patch-test: si tratta di un test cutaneo che prevede l’applicazione di cerotti sulla schiena del paziente. I cerotti che contengono nichel vengono mantenuti in sede per un periodo tra le 48 e le 72 ore: durante questo tempo il paziente deve avere l’accortezza di non bagnarli, evitando quindi la doccia e un’eccessiva sudorazione. La positività a un allergene da contatto è misurata in base alla presenza e all’entità della reazione cutanea in corrispondenza del cerotto.

Negli alimenti

La concentrazione di nichel negli alimenti è diversa da alimento ad alimento, ma anche all’interno della stessa tipologia di vegetale i quantitativi possono essere estremamente variabili. Ad esempio una mela coltivata in un certo luogo e in un certo momento dell’anno può presentare quantitativi di nichel diversi rispetto a un’altra mela della stessa varietà ma coltivata in altre condizioni. Quindi le varie tabelle che sono reperibili anche online, sulle concentrazioni di nichel nei vari alimenti, non devono essere prese come indicazione assoluta. Esse servono principalmente per avere un’idea della concentrazione “media” di nichel in quel determinato alimento.
Questa variabilità rende estremante complicato impostare una dieta “povera di nichel” che si riveli veramente efficace, a meno di non impostare una dieta fortemente restrittiva, che potrebbe rivelarsi controproducente sotto il profilo nutrizionale nel medio-lungo termine.

La dieta per evitare il nichel

L’eliminazione dalla dieta di alimenti contenenti nichel deve essere attuata solo dietro indicazione del medico evitando diete fai da te che potrebbero portare a carenze di nutrienti. Inizialmente il piano dietetico ha uno scopo diagnostico: può consentire di verificare l’effettivo peggioramento dei sintomi in caso di ingestione di cibi contenenti nichel.
La dieta prevede l’esclusione per almeno 4-6 settimane di alimenti contenenti nichel così da iniziare ad osservare l’andamento dell’allergia.

I cibi da evitare:

  • Tutti i cibi in scatola, ma anche cotti e conservati in recipienti di metallo, ad eccezione dell’alluminio;
  • Verdure e ortaggi: pomodori freschi, in scatola e soprattutto il concentrato, asparagi, funghi, cipolle, porri, spinaci, patate, lattuga, carote, cavoli, cavolfiore, broccoli e crucifere, catalogna, zucca, carciofi, cicoria, rape, crescione, sedano, fagiolini, spinaci;
  • Tutti i legumi tra cui lenticchie, piselli, fagioli, ceci, soia;
  • Farina integrale, farina di mais, avena, crusca, grano saraceno, miglio e pane integrale, con semi e farine particolari;
  • Frutta: pere, prugne fresche e secche, uva e uva passa, fichi, albicocche, kiwi, ananas, mele, lamponi, avocado;
  • Frutta secca e semi: in particolare noci, nocciole, mandorle, arachidi, pistacchi, chia, sesamo;
  • Pesce, molluschi e crostacei, soprattutto aringhe, ostriche, sgombri, salmone, gamberi, scampi, cozze, merluzzo, pesce azzurro;
  • Dolciumi, quali cacao, cioccolato e liquirizia;
  • Grassi: margarina e grassi idrogenati;
  • Altri alimenti e bevande, in particolare lievito chimico, tisane e tè verde, decotti di radici, integratori, marzapane, birra e vino.

I cibi ammessi nella dieta:

  • Fra le verdure: radicchio, indivia, soncino (valeriana), finocchi, melanzane, zucchine, peperoni, cetrioli, barbabietole, verdure a foglia con l’attenzione a usare solo le foglie giovani e a scartare quelle vecchie in cui il contenuto di metallo è maggiore;
  • Alcuni tipi di frutta: anguria, melone, agrumi, pesche, banane, fragole;
  • Latte e latticini;
  • Cereali: è possibile il consumo di prodotti a base di riso brillato e frumento raffinato;
  • Carne e pesce: carne di qualunque tipo, sia bianca sia rossa; pesce ad eccezione delle qualità elencate;
  • Altri alimenti: farina 00 e riso.

Alcuni accorgimenti per evitare il contatto con il nichel

  • Far scorrere l’acqua per qualche minuto al mattino prima del suo utilizzo in modo che eventuali tracce di nichel presenti nelle tubature possano essere eliminate;
  • In caso di preparazione di dolci, nell’impasto utilizzare il bicarbonato al posto del lievito in polvere;
  • Per cucinare i cibi o per conservarli, usare pentole in pirex, vetro, alluminio, ceramica non smaltata;
  • Durante la preparazione e l’impiego delle stoviglie, evitare cibi contenenti sostanze acide che possano favorire il rilascio del nichel dagli utensili stessi;
  • Curare la scelta dei prodotti di uso personale: prodotti cosmetici, di bellezza e di igiene personale possono contenere nichel. Sono più a rischio le tinture per capelli, dentifrici, shampoo, make-up e smalti. Dunque prima dell’acquisto leggere attentamente l’etichetta che per legge deve dichiarare la presenza di questo metallo;
  • Infine è bene fare attenzione i seguenti oggetti di uso quotidiano che potrebbero provocare l’insorgenza di dermatite allergica da contatto: parti metalliche di orologi e occhiali, orecchini, accendini, cellulari, maniglie, forbici, stoviglie, pentole;
  • Inoltre è raccomandato dichiarare la propria sensibilità al nichel al dentista: impianti e protesi contenenti questo metallo potrebbero causare reazioni allergiche.

 

Dott.ssa Gisella Giovanetti, dietista

 

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Gisella Giovanetti

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