Intervista al dottor Massimo Mauri, Responsabile Chirurgia Generale I del Policlinico San Donato
Cos’è l’ernia inguinale?
Si tratta della fuoriuscita di un viscere da orifizi naturali già esistenti. Ci sono delle zone del corpo umano che sono più deboli rispetto al normale, quindi l’ernia esce da zone di debolezza della parete addominale, che sono più comunemente la regione inguinale e l’ombelico. Ci sono ovviamente altre sedi da cui fuoriescono le ernie, ma sono decisamente meno frequenti.
Sono più frequenti nell’uomo o nella donna?
Sono decisamente più frequenti nell’uomo perché il passaggio del funicolo spermatico dall’interno dell’addome fino al testicolo presuppone un passaggio attraverso una struttura e quindi questo determina una zona di debolezza della parete dove appunto l’ernia si inserisce. Nelle donne è più sviluppata l’ernia crurale o femorale che è piuttosto piccola e insorge fra l’osso pubico e i vasi femorali. È parecchio dolorosa e fastidiosa ed è più soggetta agli strozzamenti.
Come si possono riconoscere le ernie?
Dal fatto che sono delle tumefazioni a livello inguinale o ombelicale a seconda delle zone in questione che possono essere riportate manualmente all’interno della pancia, ma appena si toglie la mano queste tumefazioni tornano subito in evidenza e a volte si sente un gorgoglio determinato da un ansa intestinale.
Perché devono essere corrette chirurgicamente?
Perché possono andare incontro a complicanze molto importanti tipo lo strozzamento. Una volta che si manifesta bisogna intervenire chirurgicamente nel giro di poche ore, perché il rischio è la necrosi di un segmento di intestino. Spesso l’ernia si presenta come asintomatica, cioè il paziente non si accorge di averla, poi nel passare del tempo comincia a sentire dei dolori, oltre a notare la tumefazione, dei fastidi, dei bruciori, mai continui e molto forti, a meno che non si tratti dello strozzamento che provoca dolori lancinanti e la tumefazione non rientra più nella pancia.
L’intervento chirurgico in cosa consiste?
Si mette una piccola reticella di un materiale plastico che si integra nel tessuto fasciale del paziente. Questa rete è in grado di sviluppare una reazione infiammatoria cronica il cui esito è un tessuto cicatriziale duro che forma una specie di tappo e impedisce all’ernia di recidivare. Da quando sono state sperimentate queste reticelle la percentuale di recidiva è bassissima, cosa che prima invece era molto più elevata.
Non esistono dunque altri metodi per correggere l’ernia?
No, l’ernia si corregge solo chirurgicamente, o con quella tradizionale oppure con quella laparoscopica, cioè un intervento affrontato con l’utilizzo di una telecamera che entra in addome e si opera dalla parte opposta, ossia dall’interno verso l’esterno. Questa metodica quando il paziente è plurirecidivo, oppure nelle ernie bilaterali.
Come si può diagnosticare l’ernia?
Quando è conclamata è riconoscibile anche dal proprio medico di base. L’ecografia è un esame un po’ troppo abusato e spesso superfluo per questa patologia. Se c’è nel paziente una punta d’ernia non è suscettibile di alcun trattamento chirurgico e molto probabilmente non è nemmeno la causa del dolore del paziente.
Si può prevenire l’ernia?
No, il più delle volte è un difetto anatomico congenito (ad esempio nei neonati), dovuto alla mancanza di un adeguato supporto muscolare della parete del canale inguinale. È comune nelle persone di mezza età, di sesso maschile, che spesso svolgono lavori pesanti, anche se è possibile anche nelle persone sedentarie. L’ernia si può manifestare in condizioni di un aumento della pressione endo addominale (ad esempio nei soggetti con ipertrofia prostatica).
Quali sono i tempi di recupero dall’intervento?
I tempi di recupero sono molto veloci nella tecnica laparoscopica, diciamo due o tre giorni, mentre con la tecnica tradizionale ci vogliono circa dieci giorni, poi dipende molto dalla soglia del dolore individuale. Per gli atleti agonisti si tende quindi a utilizzare la laparoscopia proprio per accorciare i tempi di recupero. Tuttavia per la completa ripresa dell’attività fisica ci vuole circa un mese
Una volta operato il paziente deve seguire un regime alimentare particolare?
No, non esiste alcuna indicazione dietetica per l’ernia.
Intervista a cura di Andrea Grassani